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Corriere della Sera, il cdr: «Dividendi milionari agli azionisti e mancati pagamenti ai collaboratori»

Il comitato di redazione del Corriere della Sera denuncia per l’ennesima volta i mancati pagamenti ai collaboratori del giornale, sia cococo che partita iva, e lo fa con un comunicato sindacale pubblicato nella edizione di oggi, martedì 20 maggio. Sottolineando quanto e come i giornalisti che rappresentano, malgrado loro, l’anello più fragile ma indispensabile nella filiera della produzione quotidiana della storica testata, subiscano continui ritardi nel versamento delle spettanze. E questo proprio nel giorno dello stacco di dividendi milionari per gli azionisti.

Il lavoro sottopagato di chi Sgv ha battezzato “redattori aggiunti” – a sottolineare l’impegno continuativo e costante dei collaboratori – è prezioso per tutte le edizione del Corsera e in particolare per le edizioni locali – comprese quelle venete – che fanno parte e integrante del fascicolo nazionale. Spesso sono i terminali sul territorio dello stesso giornale. Il cdr del Corsera interpreta in maniera concreta quanto sostenuto da sempre dalla Fnsi: l’organismo di base di rappresentanza può e deve tutelare gli interessi di tutti i giornalisti, dentro e fuori la redazione.

Il testo del comunicato del cdr
Nel giorno dello stacco dei dividendi agli azionisti, oltre 22 milioni di euro solo al presidente di Rcs MediaGroup Urbano Cairo, il Cdr del Corriere della Sera per l’ennesima volta è chiamato a denunciare pubblicamente ritardi nei pagamenti ai collaboratori della testata, sia quelli a co.co.co sia quelli con partita Iva. È inaccettabile che i lavoratori più fragili del sistema Corriere – e al contempo essenziali per la produzione quotidiana del giornale – continuino a subire disagi per mancanze non imputabili a loro.

Da quando il presidente Cairo ha assunto la guida del gruppo, l’accentramento delle decisioni amministrative ha finito per rallentare drasticamente l’iter dei pagamenti. Da alcuni anni si verificano ritardi nei compensi per i collaboratori pagati a pezzo, che ricordiamo in molti casi non superano i dieci euro lordi. In passato ci sono state fornite vaghe motivazioni tecniche. Oggi il problema si ripresenta e non sono arrivate nemmeno le spiegazioni.

Diversi collaboratori non hanno ancora ricevuto i pagamenti, scaduti contrattualmente il 30 aprile, relativi agli articoli pubblicati a febbraio. Nonostante le richieste del Cdr non è arrivata nessuna comunicazione ufficiale e nessuna spiegazione. Non è stata fatta nemmeno alcuna previsione di quando i pagamenti verranno effettuati. Non solo: tra pochi giorni andranno in scadenza anche i compensi per il mese di marzo e a questo punto non è chiaro se verranno onorati nei tempi dovuti.

È indispensabile dunque che l’editore e l’amministrazione si impegnino a garantire uniformità nelle date di pagamento per tutti i collaboratori, puntualità e precisione nei compensi, comunicazioni chiare e trasparenti su eventuali ritardi, con relative motivazioni e tempistiche. Ricordiamo che il compenso medio per articolo è già decisamente basso e in un simile contesto ogni ritardo rappresenta non solo una mancanza di rispetto ma un danno concreto per chi lavora con professionalità e continuità, contribuendo ogni giorno alla qualità e alla tenuta del giornale.

Essere pagati in tempo non è una richiesta straordinaria. È un diritto e una questione di dignità.

La risposta dell’editore
Il Comitato di Redazione ha ricevuto nelle sedi opportune i chiarimenti
tecnici sul tema del pagamento dei collaboratori. Una macchina complessa e articolata come quella del «Corriere della Sera», che ha un numero elevato di collaboratori, comporta tempi di controllo e di verifica adeguati.
I collaboratori sono pagati sulla base dei contratti in essere, con importi
mediamente superiori al mercato editoriale anche in riferimento all’attuale
contesto di trasformazione.